venerdì 15 gennaio 2010

Forum Civico su riconversione Eridania Sadam


Documento approvato dal Direttivo del Circolo Legambiente Azzaruolo di Jesi sul piano di riconversione industriale Eridania Sadam da presentare al forum civico del 12 gennaio p.v.

Il progetto riconversione produttiva per l'ex-zuccherificio di Jesi della Eridania Sadam presenta a nostro giudizio alcuni aspetti fortemente critici che non ne permettono l'accoglimento.

In particolare essi riguardano la centrale termoelettrica.
Le ragioni che ci fanno dire no a questo progetto sono fondamentalmente due:
• la prima ragione è che il progetto non risponde ai requisiti richiesti dal Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), che nel suo terzo asse prevede la produzione di energia elettrica ed energia termica con impianti distribuiti sul territorio. Ovvero impianti localizzati nei bacini di utenza sia nelle valli marchigiane e lungo la fascia costiera con particolare riferimento ai sistemi distrettuali delle imprese.
Nel nostro caso andremmo ad installare un ulteriore fonte di produzione in un area dove è già concentrata circa 86% dell'energia elettrica prodotta nella regione.

Il PEAR, approvato dal consiglio regionale il 16 febbraio 2005, prevede l’azzeramento al 2015 del deficit elettrico attraverso misure di risparmio e l'utilizzo di fonti alternative e la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera così come previsto dall'Unione Europea e dal protocollo di Kyoto.
E l'applicazione rendà il sistema economico marchigiano più competitivo.

Il PEAR prevede, inoltre, l'installazione di piccoli impianti a biomasse che utilizzino prodotti derivanti dalla manutenzione del nostro patrimonio boschivo, dall'utilizzo della rotazione in agricoltura e da altro.
La stessa giunta regionale in data 11 novembre 2010 ha approvato nella finanziaria 2010 la norma che conferma questo indirizzo. Essa precisamente recita: “per gli impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse da autorizzare nel territorio regionale devono possedere le seguenti caratteristiche:
a) capacita di generazione non superiore a 5 MW termici;
b) autosufficienza produttiva mediante utilizzo di biomasse locali o reperibili in ambito regionale;
c) utilizzo del calore di processo in modo da evitarne la dispersione nell'ambiente”.
Il Circolo Legambiente Azzaruolo ritiene che l'utilizzo di materie prime prime di provenienza locale e l'impiego del vapore prodotto, attraverso impianti di coogenerazione è un una condizione imprescindibile per l'autorizzazione di questi impianti.
Di contro nella lettera del 4 agosto 2009 Eridania Sadam dichiara una disponibilità locale di olio combustibile che rappresenta solamente il 30-40% del consumo della centrale a biomassa.

• la seconda ragione per cui siamo fortemente critici a questo progetto è che esso va a collocarsi in un Area definita dalla regione Marche ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) per le problematiche ambientali esistenti che sono riconducibili alla presenza di attività industriali, di grandi infrastrutture di trasporto ed insediamenti civili. In quest'area la legge prevede l'attuazione di piani di risanamento atti ad eliminare gli squilibri ambientali, promuovere lo sviluppo sostenibile dei settori produttivi e l'utilizzo delle migliori tecnologie per eliminazione o riduzione dell’inquinamento.

I quest'area i livelli di inquinamento hanno già superato i valori previsti dalla legge.
Il valore delle PM10 giornaliero a Jesi nel 2009 ha avuto 69 sforamenti contro il limite dei 35 e l'autorizzazione dell'impianto a biomassa impianto andrà ad appesantire questa situazione già compromessa.

Il Circolo Legambiente Azzaruolo ritiene, inoltre, che il piano di riconversione industriale è per legge sottoposto all'applicazione delle BAT (cioè delle migliori tecnologie disponibile) in ogni caso e non frutto di una scelta della proprietà, vedi la normativa regionale sulle Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (deliberazione legislativa approvata dal consiglio regionale nella seduta del 31 marzo 2004, n. 186) e la Sentenza della CORTE DI CASSAZIONE n. 38.297 del 29 settembre 2004.

La nostra posizione su questo piano di riconversione è accompagnata anche da una presa d'atto della necessità, non più rinviabile, di dare risposte industriali e produttive certe e rapide ai dipendenti del ex-zuccherificio.