Giovedì 24 aprile c.m. in occasione dell'anniversario dell'incidente alla centrale ucraina del 26 aprile 1986 i volontari del Circolo Legambiente “Azzaruolo “ di Jesi saranno in Piazza della Repubblica per lanciare un appello a Comuni, Province e Regioni perché si dichiarino “territori contrari alla produzione e all’uso di energia nucleare”; vietino “l’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica” e garantiscano “la massima trasparenza e partecipazione nel processo di individuazione sul territorio dei siti di stoccaggio per le scorie derivanti dalle centrali dismesse dopo il referendum del 1987”.
“A ventidue anni da Cernobyl nessuno dei problemi di allora è stato minimamente risolto – afferma il vicepresidente del Circolo Legambiente “Azzaruolo “ di Jesi Vincenzo Russo – scorie radioattive, sicurezza degli impianti, rendono inutilizzabile il nucleare. Inoltre è da sfatare il luogo comune che l'energia nucleare sia a più basso costo rispetto alle produzioni tradizionali. Per il nostro Circolo da anni solidale verso le popolazioni della Bielorussia che ancora oggi pagano le conseguenze di quel tragico incidente il NO al nucleare è un SI alle opportunità offerte dalle fonti rinnovabili, le uniche in grado di far raggiungere all’Italia l’obiettivo europeo al 2020 del 30-20-20 (30% di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, 20% di efficienza e 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili)”.
Il 26 aprile 1986 un incidente alla centrale nucleare di Cernobyl ha causato uno dei peggiori disastri della storia civile contemporanea. Il fallout radioattivo ha interessato oltre 150.000 chilometri quadrati di territorio esteso tra Bielorussia, Ucraina e Russia e ha coinvolto più di sei milioni di persone. In molte regioni, soprattutto in Bielorussia, la popolazione vive ancora oggi a livelli di radioattività esorbitanti; la centrale di Cernobyl è chiusa ma ancora non è stato realizzato nessuno intervento di messa in sicurezza. L’Italia ha bandito il nucleare con un referendum nel 1987 ma oggi c’è chi vorrebbe reintrodurlo, anziché mettere mano ad una seria politica energetica basata sulle energie rinnovabili.
“A ventidue anni da Cernobyl nessuno dei problemi di allora è stato minimamente risolto – afferma il vicepresidente del Circolo Legambiente “Azzaruolo “ di Jesi Vincenzo Russo – scorie radioattive, sicurezza degli impianti, rendono inutilizzabile il nucleare. Inoltre è da sfatare il luogo comune che l'energia nucleare sia a più basso costo rispetto alle produzioni tradizionali. Per il nostro Circolo da anni solidale verso le popolazioni della Bielorussia che ancora oggi pagano le conseguenze di quel tragico incidente il NO al nucleare è un SI alle opportunità offerte dalle fonti rinnovabili, le uniche in grado di far raggiungere all’Italia l’obiettivo europeo al 2020 del 30-20-20 (30% di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, 20% di efficienza e 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili)”.
Il 26 aprile 1986 un incidente alla centrale nucleare di Cernobyl ha causato uno dei peggiori disastri della storia civile contemporanea. Il fallout radioattivo ha interessato oltre 150.000 chilometri quadrati di territorio esteso tra Bielorussia, Ucraina e Russia e ha coinvolto più di sei milioni di persone. In molte regioni, soprattutto in Bielorussia, la popolazione vive ancora oggi a livelli di radioattività esorbitanti; la centrale di Cernobyl è chiusa ma ancora non è stato realizzato nessuno intervento di messa in sicurezza. L’Italia ha bandito il nucleare con un referendum nel 1987 ma oggi c’è chi vorrebbe reintrodurlo, anziché mettere mano ad una seria politica energetica basata sulle energie rinnovabili.
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