Il piano di riconversione produttiva Eridania Sadam SpA per essere ammesso al finanziamento dell'Unione Europea deve contenere, oltre ad un accordo con i bieticoltori, un piano sociale, un piano ambientale ed un piano di ricerca e sperimentazione in materia di produzione ed uso di biocombustibile.
Questi aspetti, tutti presenti nella bozza di accordo presentato dal Gruppo Industriale Maccaferri, sono per noi del Circolo Legambiente “Azzaruolo” di Jesi non sufficientemente approfonditi e vincolanti ed in alcuni punti non accettabili.
Per quanto riguarda l'aspetto ambientale del piano, la collocazione di una centrale elettrica a oli vegetali in un'area definita dalla regione Marche ad elevato rischio di crisi ambientale (AERCA) contrasta con la volontà di un piano che debba rispettare l'ambiente e con la necessità di migliorare la qualità della vita in quest'area. Nel dire questo, riteniamo di non essere vittima della sindrome NIMBY, ovvero “Non nel mio cortile”. Cioè vittime di un atteggiamento che consiste nel riconoscere come necessarie le centrali a biomasse ma contemporaneamente nel non volerle nel proprio territorio a causa delle eventuali controindicazioni sull'ambiente locale. Visto che già in questo territorio si produce più del 40% dell'energia elettrica consumata nelle Marche.
Continuiamo a sostenere il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) delle Marche, che afferma: “la valenza ambientale ed economica delle biomasse si esplica compiutamente solo se produzione ed utilizzo sono concentrati nel raggio di qualche decina di chilometri”. Non è accettabile che l'mpianto energetico di termovalorizzazione previsto sia alimentato con materie prime d'importazione e così sovradimensionato per la fornitura di energia all'impianto di biodiesel.
Siamo favorevoli ad una riconversione più legata all’agricoltura del territorio, perché questo può garantire maggiormente nel tempo il livello occupazionale.
“In agricoltura “– dichiara il presidente del Circolo di Legambiente “Azzaruolo” Leonello Negozi - “le filiere da promuovere devono essere corte (nello spazio), e brevi (nel tempo), devono garantire un bilancio energetico positivo, con una percentuale di produzione complessiva di CO2 negativa o al massimo nulla, non devono essere troppo idroesigenti, non devono prescindere dal contributo che le buone pratiche agricole possono dare alla fissazione al suolo del carbonio, alla lotta alla desertificazione e all’erosione, al processo di graduale e progressiva sostituzione dei concimi chimici e al miglioramento della qualità dei suoli. Inoltre, devono fondarsi sulla figura dell’agricoltore che non può essere soltanto un attore tra i tanti, ma deve essere protagonista di tutta la filiera, anche sotto il punto di vista dei redditi garantiti dalla riconversione energetica delle sue colture”.
Riteniamo inoltre che il piano debba contenere un forte impegno verso l''attività di ricerca e sviluppo nel campo delle energie rinnovabili a partire dai nuovi processi di raffinazione e impiego energetico delle biomasse, settore nel quale il Programma Quadro dell’Unione Europea prevede forti investimenti. Queste attività porterebbero un sensibile valore aggiunto all’economia della nostra zona con nuove opportunità di impiego e di sviluppo professionale.
Il Circolo Legambiente “Azzaruolo” di Jesi insiste nel chiedere alla Regione un confronto vero con tutti i soggetti interessati, istituzionali e non, per discutere sulle prospettive e soprattutto per confrontarsi sui progetti di riconversione (Jesi e Fermo). Questo tavolo dovrà avere tra i temi principali le politiche energetiche, biomasse comprese, per rendere questa regione sempre più indipendente dal petrolio e dalle fonti fossili, puntando in via prioritaria sul risparmio, sull'efficienza energetica e sulla produzione di energia attraverso rinnovabili, biomasse ecc.
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