martedì 29 luglio 2008

Riconversione ERIDANIA SADAM


Il piano di riconversione produttiva Eridania Sadam SpA per essere ammesso al finanziamento dell'Unione Europea deve contenere, oltre ad un accordo con i bieticoltori, un piano sociale, un piano ambientale ed un piano di ricerca e sperimentazione in materia di produzione ed uso di biocombustibile.

Questi aspetti, tutti presenti nella bozza di accordo presentato dal Gruppo Industriale Maccaferri, sono per noi del Circolo Legambiente “Azzaruolo” di Jesi non sufficientemente approfonditi e vincolanti ed in alcuni punti non accettabili.
Per quanto riguarda l'aspetto ambientale del piano, la collocazione di una centrale elettrica a oli vegetali in un'area definita dalla regione Marche ad elevato rischio di crisi ambientale (AERCA) contrasta con la volontà di un piano che debba rispettare l'ambiente e con la necessità di migliorare la qualità della vita in quest'area. Nel dire questo, riteniamo di non essere vittima della sindrome NIMBY, ovvero “Non nel mio cortile”. Cioè vittime di un atteggiamento che consiste nel riconoscere come necessarie le centrali a biomasse ma contemporaneamente nel non volerle nel proprio territorio a causa delle eventuali controindicazioni sull'ambiente locale. Visto che già in questo territorio si produce più del 40% dell'energia elettrica consumata nelle Marche.
Continuiamo a sostenere il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) delle Marche, che afferma: “la valenza ambientale ed economica delle biomasse si esplica compiutamente solo se produzione ed utilizzo sono concentrati nel raggio di qualche decina di chilometri”. Non è accettabile che l'mpianto energetico di termovalorizzazione previsto sia alimentato con materie prime d'importazione e così sovradimensionato per la fornitura di energia all'impianto di biodiesel.
Siamo favorevoli ad una riconversione più legata all’agricoltura del territorio, perché questo può garantire maggiormente nel tempo il livello occupazionale.
In agricoltura “– dichiara il presidente del Circolo di Legambiente “Azzaruolo” Leonello Negozi - “le filiere da promuovere devono essere corte (nello spazio), e brevi (nel tempo), devono garantire un bilancio energetico positivo, con una percentuale di produzione complessiva di CO2 negativa o al massimo nulla, non devono essere troppo idroesigenti, non devono prescindere dal contributo che le buone pratiche agricole possono dare alla fissazione al suolo del carbonio, alla lotta alla desertificazione e all’erosione, al processo di graduale e progressiva sostituzione dei concimi chimici e al miglioramento della qualità dei suoli. Inoltre, devono fondarsi sulla figura dell’agricoltore che non può essere soltanto un attore tra i tanti, ma deve essere protagonista di tutta la filiera, anche sotto il punto di vista dei redditi garantiti dalla riconversione energetica delle sue colture”.
Riteniamo inoltre che il piano debba contenere un forte impegno verso l''attività di ricerca e sviluppo nel campo delle energie rinnovabili a partire dai nuovi processi di raffinazione e impiego energetico delle biomasse, settore nel quale il Programma Quadro dell’Unione Europea prevede forti investimenti. Queste attività porterebbero un sensibile valore aggiunto all’economia della nostra zona con nuove opportunità di impiego e di sviluppo professionale.
Il Circolo Legambiente “Azzaruolo” di Jesi insiste nel chiedere alla Regione un confronto vero con tutti i soggetti interessati, istituzionali e non, per discutere sulle prospettive e soprattutto per confrontarsi sui progetti di riconversione (Jesi e Fermo). Questo tavolo dovrà avere tra i temi principali le politiche energetiche, biomasse comprese, per rendere questa regione sempre più indipendente dal petrolio e dalle fonti fossili, puntando in via prioritaria sul risparmio, sull'efficienza energetica e sulla produzione di energia attraverso rinnovabili, biomasse ecc.

lunedì 21 luglio 2008

Progetto Solidarietà Biellorussia


Un'ambulanza e un endoscopio monitorizzato per l'ospedale di Vetka. Il progetto Chernobyl 2008 continua a compiere passi da gigante.
Domani pomeriggio infatti ripartirà il viaggio della solidarietà in Bielorussia: il gruppo composto dai Vigili del fuoco Serafino Mandolini resp. del distaccamento di Jesi, Roberto Paoletti, ingegnere nucleare presso la sede di Ancona e da Vincenzo Russo, Coordinatore del progetto e volontario del Circolo Azzaruolo di Jesi di Legambiente, dopo aver percorso 2600 km raggiungerà martedì prossimo l'ospedale di Vetka per consegnare un'ambulanza e un endoscopio monitorizzato acquistati grazie ai fondi messi a disposizione grazie alla Fondazione Premio Vallesina.
Per realizzare tutto ciò gli ambientalisti si sono avvalsi del coordinamento operativo della Coo.s.s Marche.

Importantissima è stata anche la collaborazione di Regione Marche, Provincia di Ancona, Arpam, Comune di Monsano, Comune di Jesi, Asur n.5, Vigili del Fuoco, Sogenus Spa, Asur Marche 5, Banca Popolare di Ancona, Multiservizi Spa, Automoda, Effe Auto, Trillini Toyota, Fiat Scortichini Pigliapoco, Unipol, Futura, Arcadia Grafica Digitale.

Il circolo ambientalista jesino è da tempo impegnato in progetti di accoglienza di bimbi bielorussi e nella realizzazione di un sistema di scambi formativi e aiuti direttamente sul territorio bielorusso contaminato dalle radiazioni dell’incidente di Chernobyl del 1986.

Tutto ciò rientra nell'ambito del percorso già intrapreso da Legambiente nazionale, un progetto unico in Italia che si estende alle città di Dobrush e Vetka.
L’integrazione di aiuti diretti e scambi formativi tra enti, quali l'Ospedale Provinciale di Vetka e di Jesi, il settore Vigili del fuoco di Dobrush e il sistema Protezione Civile delle Marche coincide continua a favorire una maggiore efficienza della solidarietà internazionale proposta.

Il 25 luglio prossimo, anche Franco Iantosa, medico chirurgo dell’Asur n 5 di Jesi, raggiungerà la struttura ospedaliera di Vetka per l'inaugurazione del primo scambio formativo avviato tra una struttura ospedaliera delle Marche (quella di Jesi) ed una bielorussa (quella di Vetka appunto)

E' da sottolineare che il progetto 'Chernobyl 2008' ricopre anche un ruolo storico-politico rilevante per l'impegno per la libertà e la pace nella lotta al nazi-fascismo. Infatti durante l'ultimo conflitto mondiale, migliaia di soldati italiani perirono lungo l’estenuante ritirata dalla Russia e molti furono seppelliti nei cimiteri della Regione di Gomel, attuale territorio Bielorusso.

Pertanto in occasione di questo progetto di solidarietà grazie all'apporto dell'ANPI (Associaz Naz Partigiani d'Italia) e dell'UNIRR (Unione Naz Reduci della Russia), alcuni volontari contatteranno i responsabili di associazioni analoghe in Bielorussia con l'obiettivo di individuare nei cimiteri della Regione di Gomel le salme dei nostri soldati italiani per un eventuale rimpatrio.

Propro di questo il coordinatore del progetto Vincenzo Russo accompagnato da una delegazione di Legambiente ha discusso in questi giorni prima a Roma con l’Ambasciatore Bielorusso a Roma Aleksei Skripko e poi ad Ancona con il prefetto Giovanni D’Onofrio. Entrambe le autorità hanno espresso parole di elogio, assicurando la massima collaborazione. Ed ieri infine anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto salutare con una lettera la spedizione sottolineando l'importanza del volontariato che “ci dà fiducia- è riportato nella nota- in quella volontà di partecipazione e in quello sforzo consapevole, solidale e creativo, che contribuiscono a costruire una società, libera e aperta”.

martedì 8 luglio 2008

La riconversione industriale Eridania - Sadam



Legambiente Marche e il suo Circolo Legambiente "Azzaruolo" di Jesi continuano a essere sempre più che convinti che il Piano Energetico Ambientale Regionale sia l'unica scelta praticabile per lo sviluppo complessivo del nostro territorio.


L'Associazione è molto critica sul modo in cui Regione Marche e altri soggetti istituzionali hanno gestito la questione Eridania-Sadam sia per la riconversione del sito di Fermo che per quello di Jesi non coinvolgendo minimamente le associazioni ambientaliste.


Dalle informazioni apprese dai giornali e pur consapevoli della situazione delicatissima per la chiusura degli zuccherifici Legambiente è particolarmente preoccupata perché:



1) La centrale a biomasse non aiuta il territorio e non risponde alle esigenze dell'agricoltura ma 'coltiva' il contributo pubblico importando la maggior parte della biomassa da bruciare.


Infatti il progetto presentato dal gruppo Eridania-Sadam non segue le indicazioni del PEAR perché prevede l'importazione della maggior parte delle biomasse.
Secondo Legambiente il fulcro del PEAR (che è anche la ragione per cui Legambiente continua a sostenerlo) sta nella filiera corta. Infatti la soluzione ideale per la nostra regione è quella di realizzare piccoli impianti distribuiti nel territorio che bruciano biomasse prodotte in loco sottraendo il meno possibile terreno al food (bruciando prodotti derivanti dalla manutenzione del patrimonio boschivo, dall'utilizzo della rotazione in agricoltura...) Questo disegno di riconversione importa invece quantitativi enormi di biomassa di dubbia provenienza, trascurando le conseguenze sociali ed anche economico-territoriali.

2) Teleriscaldamento industriale e civile per ridurre le emissioni nel territorio.
Ritiene pregiudiziale, indipendentemente dalle dimensioni dell'impianto, che la Regione e gli enti locali esigano l'utilizzo totale del calore prodotto attraverso il teleriscaldamento ad uso industriale e civile (non come è accaduto fino ad oggi sia alla Turbogas di Jesi sia a Falconara all'interno della raffineria Api dove un quantitativo enorme di acqua calda continua a finire in mare).
Pertanto per Legambiente il calore prodotto dall'impianto deve essere totalmente utilizzato per aumentare l'efficienza e per ridurre le emissioni complessive nel territorio.

3) La centrale ricade nell'Aerca (Area ad elevato rischio di crisi ambientale).
L'impianto si colloca in un'area ad elevato rischio di crisi ambientale (Aerca) dove i livelli di inquinamento dell'aria quest'anno hanno già superato i valori previsti dalla legge. Quindi qualsiasi ulteriore impianto si andrà a collocare dovrà migliorare nel complesso la situazione e non appesantirla né sotto l'aspetto delle polveri sottili né sotto quello dell'inquinamento generale.

Legambiente chiede infine alla Regione di aprire sin da ora un tavolo di confronto vero con tutti i soggetti interessati, istituzionali e non (al contrario di quanto fatto finora) per discutere delle prospettive e soprattutto per confrontarsi sui progetti di riconversione (Jesi e Fermo). Questo tavolo dovrà avere tra i temi principali le politiche energetiche, biomasse comprese, per rendere questa regione sempre più indipendente dal petrolio e dalle fonti fossili, puntando in via prioritaria sul risparmio, sull'efficienza energetica e sulla produzione di energia attraverso rinnovabili, biomasse ecc.

giovedì 3 luglio 2008

Big Jump


Domenica 6 luglio 2008, ore 14.30
Jesi, località Moreggio
(in fondo a via Esino)


Il Big Jump è un tuffo simbolico organizzato contemporaneamente in tutta Europa per dire a gran voce che vogliamo più attenzione per i fiumi e per le loro acque.
La balneabilità dei fiumi sembra oggi un'utopia, eppure solo 30 anni fa era normale per i Jesini cercare refrigerio dal caldo estivo nelle acque del loro fiume Esino.
La manifestazione ha lo scopo di sensibilizzare le popolazioni riguardo l’importante tema della salvaguardia dei fiumi e dell’ambiente ad essi circostante, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere entro il 2015 la piena balneabilità delle acque, così come previsto dalla DirettivaEuropea Quadro sull’acqua (direttiva 2000/60/CE del 23/10/2000).